Bruno Vespa inaugura la nuova stagione di Porta a Porta: “La forza è l’aderenza ai fatti”

“La forza di Porta a Porta? La compattezza della squadra e l’aderenza ai fatti. In 30 anni non abbiamo mai censurato nessuno”.
Con queste parole Bruno Vespa ha presentato la nuova stagione del programma, in partenza oggi, martedì 9 settembre, su Rai1, che il 22 gennaio 2026 festeggerà i suoi trent’anni di storia.
“Trent’anni fa Giorgia Meloni aveva 19 anni e stava per diplomarsi al liceo scientifico, Elly Schlein 11 e stava concludendo le elementari, Tajani 42, Salvini 23 e Conte 32”, ricorda Vespa. In mezzo, ben 17 governi, 11 presidenti del Consiglio, 4 Papi, 3 conclavi e 5 elezioni presidenziali.
Dal Papa Giovanni Paolo II che chiama in diretta a Grillo che annuncia il ritorno in Rai dopo 21 anni, il programma ha segnato eventi storici diventando un vero punto di riferimento della seconda serata, senza mai essere battuto negli ascolti.
Il segreto del successo di Porta a Porta
Vespa spiega che il programma ha saputo parlare a tutti: “Siamo forti sia nella fascia più istruita sia in quella meno istruita della popolazione. Siamo realmente nazional-popolari e intendiamo continuare a parlare a tutti”.
A questo si aggiunge la gestione pubblicitaria: “Abbiamo due interruzioni, ciascuna con 10 spot televisivi, che garantiscono alla Rai margini di guadagno importanti”, sottolinea il conduttore.
Novità per la stagione 2025/2026
Quest’anno la squadra di autori vede due nuovi ingressi: Alessandro Usai e Antonella Piperno, che affiancano il gruppo storico. La prima puntata toccherà diversi temi di attualità politica, tra cui la vicenda dei video rubati che, partita dalla chat Mia Moglie, si è diffusa “oltre ogni immaginazione”, spiega Vespa.
Non mancheranno inoltre i sondaggi di Antonio Noto sulle elezioni nazionali e regionali, con particolare attenzione a Marche, Calabria e Toscana.
Un salotto storico della televisione italiana
Secondo Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento Rai, Porta a Porta resta “il più importante salotto della tv italiana, uno dei più longevi, un vero rito televisivo”. La seconda serata, pur cambiata negli anni, si è evoluta in qualcosa di simile a un late show, capace di mescolare approfondimento, attualità e dibattito pubblico.