Servizio pubblico? No, servizio vintage: la Rai affoga nei format vecchi

La Rai sembra essersi svegliata, ma il rischio è che sia troppo tardi. Se da una parte Affari Tuoi sette giorni su sette e la chiusura calibrata per non regalare share a Mediaset hanno dato ossigeno al prime time, dall’altra resta evidente che il servizio pubblico deve rinnovarsi con più coraggio.
Il pubblico è cambiato, si è frammentato tra tv, streaming e social, e non basta più riproporre schemi già visti.
La seconda rete, in particolare, è da tempo il tallone d’Achille. Tg2 Post non ha mai convinto né per ascolti né per identità editoriale, incapace di reggere il confronto con i talk politici di La7 e Rete4.
A Viale Mazzini si ragiona sul da farsi: un nuovo access per Rai2, magari satirico, magari informativo ma in chiave leggera, che possa dare respiro a una fascia strategica e da troppi anni in crisi. Si torna persino a guardare all’esperimento di Quelli che dopo il Tg, con Luca e Paolo e Mia Ceran, che pur breve aveva mostrato la possibilità di parlare di politica con ironia e ritmo televisivo.
Ma non è solo una questione di access. Alla Rai manca un vero progetto sulla comicità, un contenitore capace di intercettare l’umore del Paese, come negli anni ’90 fecero Mai Dire Gol e Quelli che il calcio. Oggi la tv di Stato dovrebbe avere il coraggio di dare spazio a nuove leve scoperte sul web e sui social, affiancandole a nomi di garanzia.

E poi c’è la grande partita delle fiction. Blanca e Doc – Nelle tue mani hanno dimostrato che la Rai, quando osa, può conquistare anche il pubblico giovane e arrivare all’estero.
Serve però più varietà: non solo crime e medical, ma anche commedie romantiche, drammi contemporanei e racconti urbani che parlino il linguaggio di oggi.
Infine, un nodo cruciale: il rapporto con i giovani. RaiPlay ha aperto una strada, ma in tv la fascia più giovane resta invisibile. È tempo di costruire programmi che parlino ai ragazzi con linguaggi rapidi, ibridando social, musica e intrattenimento. Perché se la Rai non intercetta questa generazione ora, rischia di perderla per sempre.
Il servizio pubblico ha le risorse e i talenti per tornare protagonista, ma deve smettere di inseguire gli altri. Non servono solo palinsesti ordinati, servono idee nuove. Idee che sappiano sorprendere, far discutere e soprattutto appassionare.