Francesca Albanese lascia “In Onda” e attacca La7: “Una triste trappola televisiva”

Non si ferma la polemica che coinvolge Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati. Dopo aver lasciato improvvisamente lo studio di “In Onda” domenica sera, la giurista ha raccontato la sua versione dei fatti nel podcast Tintoria, condotto da Daniele Tinti e Stefano Rapone. È lì che ha deciso di dire la sua, con toni diretti e durissimi, proprio la sera in cui aveva lasciato la diretta su La7.
“Un errore partecipare a quella trasmissione”
Durante la conversazione nel podcast, la Albanese non ha nascosto il suo disappunto per l’esperienza televisiva appena vissuta, lanciando una critica che non lascia spazio a interpretazioni:
“Ho commesso l’errore di andare in un’altra triste trasmissione televisiva, una delle solite trappole in cui, se non si fa la zuffa, non si è contenti. Me ne sono andata, ho detto: ‘Basta’. Però erano le 21 e io alle 21 avevo detto che sarei andata via per venire da voi.”
Una frase che suona come una bocciatura totale del talk di La7, accusato di privilegiare lo scontro rispetto al confronto.
Telese prova a smorzare, ma la polemica cresce
Il conduttore Luca Telese ha provato a ridimensionare l’accaduto, parlando di un impegno già programmato della relatrice ONU, ma le parole della Albanese hanno avuto l’effetto opposto, alimentando le polemiche. In molti, infatti, hanno interpretato la sua uscita come una presa di distanza netta dal format, ormai simbolo del talk politico all’italiana, spesso dominato da urla e interruzioni.
Il monologo di Francesca Albanese nel podcast
Nel salotto più rilassato di Tintoria, la relatrice ha potuto esprimere liberamente le sue opinioni, senza interruzioni né contraddittori. Una scelta che segna una frattura evidente con l’ambiente televisivo tradizionale, a cui la Albanese sembra voler dire addio almeno per ora.
Un caso che fa discutere
La sua uscita da “In Onda” e le parole successive stanno facendo molto discutere sui social e nei palinsesti. C’è chi la accusa di mancanza di rispetto verso i conduttori e chi, invece, le dà ragione nel denunciare un sistema mediatico che preferisce lo scontro alla sostanza.