Tommaso Cocci rompe il silenzio: “Vittima di ricatto politico, ma non mi sono mai arreso”

ommaso Cocci è intervenuto in prima persona per chiarire la sua versione dei fatti riguardanti lo scandalo che lo ha travolto negli ultimi mesi. Secondo quanto riportato, il politico sarebbe stato oggetto di una campagna di ricatto politico legata alla sua candidatura alle elezioni regionali toscane.

In particolare, Cocci e alcuni suoi colleghi hanno ricevuto due lettere anonime in cui si intimava di ritirarsi dalla competizione elettorale. Il messaggio era accompagnato da contenuti compromettenti, tra cui una foto privata e autentica di natura intima, alcuni fotomontaggi e accuse gravissime, come presunti incontri di gruppo con minori e uso di sostanze stupefacenti. Non mancavano riferimenti a presunti rapporti con giovani e alla sua appartenenza alla massoneria.

Di fronte a queste intimidazioni, Cocci ha reagito con decisione, presentando una querela contro ignoti e chiarendo pubblicamente le sue posizioni.

La replica di Cocci

Tommaso Cocci ha raccontato:

“‘Dimettiti o ti distruggiamo la vita’: questo è stato il contenuto della lettera anonima arrivata ad aprile al mio studio legale. Il messaggio era accompagnato da accuse gravissime e false, come presunti abusi su minori e uso di droga. Non avendo nulla da temere e sentendomi sereno con la mia coscienza, ho immediatamente sporto denuncia. Si è trattato di un tentativo di revenge porn e di estorsione, ma io non ho ceduto”.

Cocci ha sottolineato di non aver voluto parlare pubblicamente prima per non interferire con le indagini:

“Sapevo che questo giorno sarebbe potuto arrivare, ma avevo la forza e la serenità per affrontarlo. Mi chiedo: se qualcuno riteneva i miei comportamenti penalmente rilevanti, perché non ha avuto il coraggio di esporsi? Invece si è nascosto dietro l’anonimato, tentando di gettarmi fango addosso. Io non ci sono stato, ma ho dovuto sopportare questa gogna mediatica”.

Un monito agli autori del ricatto

Rivolgendosi a chi ha orchestrato il ricatto, Cocci ha aggiunto:

“Vi rendete conto che per vicende come questa alcune persone si sono tolte la vita? Io sono stato fortunato perché avevo accanto chi mi sostiene, ma è inaccettabile mettere a rischio la vita di qualcuno per interessi politici. Non vi fate schifo?”.

Un appello a chi subisce revenge porn

Tommaso Cocci ha voluto trasformare la sua esposizione mediatica in un messaggio di supporto:

“A tutti coloro che subiscono casi di revenge porn: denunciate. È un fenomeno che può colpire chiunque, più spesso le donne, ma anche uomini come me. Superate il pudore e denunciate. Chi deve vergognarsi è solo chi mette in atto questi ricatti, mettendo a rischio la vita altrui”.

La foto privata e la forza di reagire

Cocci ha confermato la veridicità della foto privata, ma ha precisato:

“Mi dispiace se, in un momento di leggerezza, sono stato ingannato. La foto non era sconveniente, ma ha generato sofferenza a chi mi vuole bene. Non accetto di essere ricattato né accuse anonime su presunti reati infami. La mia forza deriva dall’affetto di chi mi sta vicino, dall’amore per la mia città e dalla passione per la politica”.

La chiusura e il futuro

Tommaso Cocci ha concluso ribadendo la sua determinazione:

“Sapevo che sarebbe potuto accadere, ma non ho nulla di cui rimproverarmi. L’amore per Prato è troppo grande per fermarmi di fronte a ricatti e intimidazioni. Andiamo avanti con coraggio e trasparenza”.

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